Turismo

SEZIONE TURISMO

Questa sezione è dedicata al turismo nel suo aspetto più ampio e coinvolgente dedicando, necessariamente, largo spazio a quanto la nostra città di Pisa possa valorizzare questo settore, senza però disdegnare di portare contributi e riflessioni su tutto l’asse turistico nazionale.

Il settore turistico in Italia si può considerare, di fatto, l’Impresa più importante ed economicamente rilevante della Nazione nel suo insieme ma anche e soprattutto delle varie realtà locali.

Ogni regione, provincia, comune italiani, può contare sulle proprie risorse turistiche, qualora vi sia la capacità e la volontà di rendere fruibile ed interessante quanto di storia, monumenti, arte, architettura, tradizione e territorio siano dotati.

La collocazione geografica ha fatto sì che, la penisola italica, fosse culla di civiltà, e dotata di storia, arte, monumenti, paesaggi unici e tanto numerosi da rappresentare la maggior parte del patrimonio culturale mondiale.

Noi cittadini che viviamo quotidianamente questa realtà, spesso siamo colpiti da consuetudine e non ci rendiamo realmente conto della ricchezza del nostro territorio; quella ricchezza che viene cercata, ammirata, invidiata nel mondo.


TURISMO A PISA

L’attuale crisi sanitaria, voluta o effettiva che sia, ha notevolmente penalizzato il turismo nazionale e Pisa non ne è stata risparmiata.

Questa situazione ha però dato la possibilità di rivedere l’assetto tradizionale del suo turismo e fornire lo spunto per trovare nuovi obiettivi per riappropriarsi e rilanciare l’aspetto storico, artistico e culturale di Pisa promuovendo una nuova visione della città agli occhi del mondo.

Fino ad oggi l’attenzione turistica di Pisa è stata attratta quasi esclusivamente dalla unicità di “Piazza dei Miracoli” con i suoi esclusivi monumenti.

Certamente è indiscutibile l’emozione e la meraviglia che suscitano i monumenti, in ed a contorno di questa piazza unica nel suo genere.

Nel mondo, Pisa è conosciuta per la sua Torre Pendente, il suo Duomo, il Battistero, collocati accanto al Camposanto Monumentale in uno spiazzo disegnato da un prato sempre verde smeraldo.

È altrettanto indubbio, però, che questa unicità di “Piazza dei Miracoli” abbia partecipato a far distogliere l’attenzione dal resto delle potenzialità del territorio pisano, sia cittadino che periferico, come se l’esistenza di una attrazione così esclusiva avesse fatto da freno ad ogni altro aspetto lasciato passivamente in secondo piano, se non abbandonato.

Questo fatto ha contribuito a promuovere un turismo con visite rapide per la maggior parte limitate alla visita esclusiva del “monumento”.

“Piazza dei Miracoli” non potrà mai perdere la sua indiscutibile centralità turistica e culturale, ma proprio grazie alla sua particolarità, potrà rivelarsi e divenire il punto di partenza per un progetto a più ampio respiro per il turismo pisano.

Con questa premessa, quello che vogliamo qui auspicare e promuovere è un piano ambizioso che prima di tutto deve scuotere dal torpore la comunità ricordando la storia e la cultura di Pisa, città degna di particolare attenzione, che ha inciso con la sua presenza per vari secoli non solo sul territorio italico ma in tutto il Mediterraneo.

Pisa vanta realtà particolari, nei suoi monumenti di cui avremo modo di parlare in dettaglio, ma anche nella conoscenza, nella didattica, nel sapere in generale, nel suo litorale e nel suo territorio, tutti aspetti che saranno oggetto di attenzione e rivisitazione.

Per terminare questa breve introduzione al turismo pisano, vogliamo proporre alcuni punti di riflessione su cui porre l’attenzione per il rilancio turistico del nostro territorio:

1. area di Pisa e litorale,

2. calendario annuale di eventi,

3. manifestazioni storiche, festa medievale,

4. polo museale cittadella,

5. Pisa card e Pisa Land,

6. Via fluviale,

7. cittadella aeroportuale,

8. turismo sportivo, sanitario e congressuale,

9. miglioramento della sicurezza e dell’ambiente,

10. recupero monumenti storici in degrado,

11. valorizzazione periferie e loro strutture (es. Coltano),

12. turismo senza barriere.

Ognuna di queste proposte ed altre eventuali, saranno oggetto dei prossimi interventi nella nostra sezione “Turismo”.


LA CHIESA DEL SANTO SEPOLCRO

La Dott.sa Franca Maria VANNI ci offre l'occasione, con un suo contributo, di porre l'attenzione su di un monumento pisano di alto valore storico e di particolare significato per il turismo della citta di Pisa.

Testimonianze gerosolimitane a Pisa: la chiesa del Santo Sepolcro

Nel XII secolo, a seguito delle prime crociate, in tutta Europa vennero costruite chiese a pianta centrale o ottagonale ad imitazione del Santo Sepolcro di Gerusalemme ed in particolare della parte a pianta rotonda dell'antica basilica costantiniana chiamata Anástasis (resurrezione) che conteneva i resti della grotta che Elena, la madre di Costantino e Macario ed il vescovo di Gerusalemme, avevano identificato come luogo della sepoltura di Gesù.


Attraverso mercanti, pellegrini e membri dell’Ordine degli Ospedalieri, creato molto probabilmente nel 1099, all’epoca in cui l’arcivescovo di Pisa Daiberto venne designato primo patriarca latino di Gerusalemme nel 1099, giunsero in Occidente modelli della Santa Edicola e del Santo Sepolcro.

Tra le testimonianze gerosolimitane presenti a Pisa è da ricordare la chiesa del Santo Sepolcro.

La dedicazione della chiesa, Santo Sepolcro, vuole ricordare la partecipazione del vescovo Daiberto e, attraverso lui, della città alla prima crociata.

Intorno al 1112 i Frates Ospitalieri avevano fondato a Pisa, un ospedale nel quartiere di Chinzica; la chiesa, che faceva parte di questo complesso, trovò la sua collocazione sul lato sinistro del fiume Arno nella zona, molto frequentata dagli stranieri, in cui si trovavano i magazzini delle merci e le altre attività commerciali e manifatturiere della città.

Come attesta un’epigrafe posta sul campanile della chiesa che recita Hiuius operis fabricator deutesalvet nominatur (Diotisalvi venne nominato costruttore di questo edificio).


Diotisalvi, che costruì anche il Battistero di Pisa, era probabilmente un monaco dell’Ordine di San Giovanni Battista di Gerusalemme.


Egli venne in caricato di costruire una chiesa che, con il richiamo ad architetture orientali, testimoniasse il coinvolgimento della città in funzione antimusulmana.


La Repubblica di Pisa infatti intensificando i propri commerci nel Mediterraneo durante l’XI secolo, aveva finito per scontrarsi più volte con i Saraceni.


La chiesa doveva esser già edificata nel 1138 dal momento che in un documento di quell’anno l’ospedale gerosolimitano viene localizzato vicino alla chiesa del Santo Sepolcro.


L’interno della chiesa ha come modello “la Cupola della Roccia“ di Gerusalemme la cui costruzione venne iniziata dal califfo Abd al Malik nel 688 d. C.; l’esterno ha come modello la moschea di Omar che all’epoca delle prime crociate era erroneamente ritenuta il tempio di Salomone.

All'interno un ambiente centrale è circondato da otto pilastri pentagonali che sostengono un tamburo centrale rialzato con finestre sormontato da una cuspide di forma piramidale in laterizio.

Intorno al vano centrale un ambulacro.

La chiesa presenta tre portali di accesso rispettivamente posti nel lato sud, ovest e nord.

A destra della porta di ingresso è collocato un pozzo in pietra usato, secondo la tradizione duecentesca, da Santa Ubaldesca durante la sua opera di soccorso ai pellegrini ricoverati nell’Ospedale dei Gerosolimitani.

La chiesa conserva inoltre un busto in legno della Santa e il secchio a lei appartenuto.

Nel XVI secolo la chiesa, alla quale già erano stati addossati nuovi corpi di fabbrica, fu dotata di un portico in arenaria.

Qui sopra la chiesa prima del restauro ottocentesco in un disegno del 1717.

Dichiarata inagibile nel 1848 venne riconsacrata nel 1876 dopo essere stata restaurata da Rodolfo Castinelli che ripristinò il pavimento originale rinvenuto un metro sotto il livello di calpestio della piazza circostante.

Per riportare l’edificio all’aspetto che doveva avere nel medioevo, venne distrutto il loggiato rinascimentale e l’ambulacro interno e ripristinate alcune finestre; infine la piazza venne rifatta da Pietro Bellini autore anche della balaustra in metallo che circonda la chiesa.